Tutti pazzi per l’Open Source?

Tux Negli ultimi tempi si accavallano continuamente notizie riguardanti aziende e istituti governativi che decidono di abbracciare la causa del software libero. Da questo interesse nascono spesso collaborazioni che portano a progetti e risultati particolarmente interessanti per l’intera comunità.
Ma cosa spinge privati, aziende e interi paesi ad adottare per le proprie realtà informatiche soluzioni open source in luogo dei sistemi proprietari? Quali sono i vantaggi offerti dall’open source?
A mio avviso le motivazioni trainanti di questa tendenza sono essenzialmente tre: convenienza, sicurezza e indipendenza
[ad#h]Convenienza

Il software Open Source è “naturalmente” gratuito. Non si deve pagare per scaricarlo, installarlo o usarlo. Grazie al software open source non siamo quindi costretti a pagare per molti dei programmi che utilizziamo quotidianamente, almeno non per il sistema operativo, il software di base necessario al funzionamento del computer.
Non è escluso che possiamo avere bisogno di alcuni software specifici e/o particolarmente avanzati, i quali andranno necessariamente acquistati.
Ma,  se esistono programmi alternativi che possono svolgere i compiti richiesti altrettanto bene di quelli a pagamento allora perché non usarli? Perché spendere inutilmente i nostri soldi?
Questo è vero per i privati. Pensate ora alle centinaia (o addirittura migliaia) di computer presenti all’interno di una grande azienda o negli uffici della pubblica amministrazione. Evitare di sborsare cifre spropositate per acquistare licenze per il sistema operativo (Windows) e la suite tipica da ufficio (Microsoft Office – Word, Excel etc etc), questo si che sarebbe un enorme risparmio. Probabilmente parliamo di molti milioni di euro.
In realtà la migrazione da un sistema a pagamento ad uno gratuito non sempre è assolutamente “gratis”. Dobbiamo infatti tenere conto dei costi necessari all’apprendimento del funzionamento del nuovo sistema e dei nuovi strumenti messi a disposizione. Ci vorrà del tempo, eventualmente un minimo investimento in formazione ma soprattutto tanta buona volontà. Certo è che prima si effettua il passaggio e prima si riesce a risparmiare.
Negli ultimi tempi sono in tanti a farsi due semplici calcoli ed il risultato è sempre lo stesso: la convenienza derivante dall’adozione di software open source (e quindi gratuito) è indubbia. Alcune aziende, scuole ed enti locali lo hanno capito da tempo ed ora sono un valido esempio di come sia possibile tagliare molti costi inutili dai bilanci.

Sicurezza

Open Source significa letteralmente “sorgenti aperti”, ognuno è in grado di analizzare il codice sorgente di un programma per effettuare delle modifiche, personalizzazioni o anche solo per individuare falle di sicurezza. Tanti occhi che scrutano il funzionamento di un software dal suo interno. Le probabilità di individuare un problema in una applicazione come anche un intero sistema operativo sono ovviamente molto più alte se i suoi sorgenti sono disponibili pubblicamente.
Inoltre, chi mi garantisce il buon operato dell’azienda produttrice di software se non posso controllare in che modo un programma funzioni? Posso davvero essere certo che non siano state inserite volutamente delle backdoors per accedere ai miei dati scavalcando eventuali protezioni? Magari uso una password robusta per garantirmi una buona sicurezza e poi scopro che è tutto inutile.
Di un software non open source io posso conoscere solo le funzioni pubbliche, quelle che mi vengono esplicitamente presentate. Ma, non posso in alcun modo conoscere ciò che è celato ai miei occhi, le sue funzionalità nascoste.
Un software importante, che svolge compiti critici per me o per la mia azienda dovrebbe sempre essere open source. Questa è l’unica garanzia che posso avere sul suo reale funzionamento.
[ad#h]Indipendenza

Per dipendenza si intende la necessità, presunta o reale, di continuare ad utilizzare un determinato programma o sistema operativo. Questa dipendenza è provocata generalmente da due fattori:
– L’abitudine – Iniziamo ad usare un certo programma, con il tempo impariamo a conoscere molte delle sue funzioni, siamo in grado di sfruttarlo appieno, ci sentiamo a nostro agio. A questo punto cambiare significherebbe ricominciare da capo con un nuovo programma, apprendere il suo funzionamento partendo dalle basi.
Molte aziende produttrici di software conoscono bene questo meccanismo e si prodigano molto per offrire versioni di prova dei loro programmi, licenze studenti a prezzo ridotto, offerte di ogni tipo. Tutto ciò non è beneficenza, serve solo a fidelizzare l’acquirente, a renderlo dipendente dai loro prodotti. In alcuni casi addirittura chiudono un occhio (o entrambi) di fronte alla pirateria, d’altronde anche le copie pirata sono molto efficaci per creare dipendenza :)
Purtroppo non c’è molto da fare per contrastare questa abitudine se non sfoderare un po’ di buona volontà spingendosi a provare qualcosa di nuovo. E chi lo sa, potremmo rimanere piacevolmente colpiti, magari scoprire che in giro esistono diversi programmi gratuiti (anche open source) in grado di svolgere egregiamente i compiti di cui abbiamo bisogno. Come già detto… basta solo un po’ di buona volontà.
– I formati proprietari – Un file in un formato proprietario è utilizzabile esclusivamente da un programma (o una famiglia di programmi) generalmente a pagamento. Se i nostri documenti sono in un formato proprietario saremo probabilmente costretti ad acquistare un word processor che girerà esclusivamente su un determinato sistema operativo, anch’esso a pagamento. Discorso analogo per file musicali e video. Riuscite ad ascoltare la musica acquistata mediante Itunes con un comune lettore MP3? No? Allora per quanto riguarda questi files siete dipendenti da Itunes e dai sistemi operativi in cui è in grado di girare.
Questa dipendenza ci obbliga a sottostare alle scelte commerciali delle aziende che producono i suddetti programmi.
In particolare la pubblica amministrazione dovrebbe ben guardarsi dal diffondere files in formati proprietari, questo per evitare di costringere gli utenti ad utilizzare gli stessi software usati per crearli, obbligandoli di fatto a comprare un programma di cui altrimenti non avrebbero bisogno.
I programmi open-source utilizzano naturalmente formati non proprietari, così saremo sempre liberi di scegliere l’applicazione che preferiamo tra le molte disponibili. Non ci piace un programma? Ne scegliamo un altro. Vogliamo di più? Possiamo prendere il codice sorgente di qualunque software open source e modificarlo (o farlo fare da altri) per migliorarlo e/o adattarlo alle nostre esigenze. Questa è vera indipendenza.
Scegliere l’Open Source significa scegliere la libertà. Libertà da un sistema operativo, da un programma, da un formato proprietario.

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